IL PAPA, L’INFORMAZIONE, LE FECI E MATERIALI AFFINI.
di Marco Tosatti (09-12-2016)
Ho aspettato in paio di giorni a scrivere; in primo luogo perché c’era materia più pressante, nel mio minuscolo carnet di notizie, e poi perché provavo disagio. Provavo disagio per il Pontefice, anche se sono sicuro che aveva le migliori intenzioni del mondo; però si sa che fine spesso fanno le buone intenzioni.
Mi riferisco alla cacca. In molti anni che seguo e studio da apprendista le cose di Chiesa non avevo sentito un Pontefice parlare, o scrivere dell’argomento. Lo ha fatto Francesco nell’intervista al giornale cattolico belga Tertio.
Parlando dei pericoli e delle tentazioni dell’informazione, ha detto: “E poi, credo che i media devono essere molto limpidi, molto trasparenti, e non cadere – senza offesa, per favore – nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità. E siccome la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia, si può fare molto danno”. (Grassetto mio, N.D.R.).
In particolare con Giovanni Paolo II, si era sviluppato fra i vaticanisti (me incluso) il “primavoltismo”; si andava a caccia e si sottolineava che era la prima volta che un papa faceva questo, diceva quello, e così via. Evidentemente quello sport è un po’ andato in disuso; perché questa sarebbe stata una prima volta clamorosa, che il termine greco κόπρος, còpros, sterco, si affaccia sulle labbra del Papa, e non vedo una corsa a segnalarlo. Pronto a fare ammenda, se sbadato come sono non l’ho notato.
Forse perché proviamo un po’ di imbarazzo. Personalmente, non mi è piaciuto. Chi mi conosce sa che non sono molto prude. Confesso di aver praticato per molti anni la pessima abitudine di non pochi dell’ambiente giornalistico a essere piuttosto sboccati. Un vizio che non poche delle persone che hanno condiviso con me pezzi di vita, soprattutto donne, hanno cercato di attenuare, e da cui sto faticosamente tentando di liberarmi. E quanto alla vita privata da giovane venti e maree hanno sbattuto per benino questa barchetta.
Quindi non è certamente da rigido parruccone che manifesto il mio disagio. Certi termini sulle labbra del Pontefice mi danno un suono strano.
Quanto poi alla limpidezza e alla trasparenza, chi vuole scagli la prima pietra. Da due mesi ci sono quattro cardinali – e non pochi fedeli – che aspettano una risposta, che forse non verrà mai, di chiarezza su peccato mortale ed eucarestia. Abbiamo il confidente e suggeritore del Papa che ha ammesso di aver irriso i quattro cardinali da un account anonimo di Twitter, da lui creato (anonimo perché?) e cerca ora di farsi passare per un martire digitale… Insomma.
E ora coprofilia e coprofagia. Penso tutto il male possibile di questo mestiere, e dei giornalisti in generale, me per primo, ma se non troviamo misericordia dal Papa, da chi ce la dobbiamo attendere?
Spero di sbagliare, ma temo di percepire qualche disequilibrio.
fonte: marcotosatti.com