Bergoglio conosce i suoi “porci”?

Fatti e parole — oltre all’Amoris Laetitia — che dimostrano l’insofferenza di papa Francesco verso il VI Comandamento.

Al termine del Regina Coeli del 20 maggio, papa Francesco ha annunciato che il prossimo 29 giugno (solennità dei SS. Pietro e Paolo), indirà un concistoro in cui creerà 14 nuovi cardinali di Santa Romana Chiesa, tra i quali vi sarà un vescovo emerito boliviano, mons. Toribio Ticona Porco, amico di lunga data dell’attuale Vescovo di Roma.

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Di mons. Ticona Porco (nella foto a lato), il sito spagnolo Adelante la Fe ci fa sapere che «è di dominio pubblico il fatto che (…) ha mantenuto una vita coniugale con una donna e che la moglie [Adelante La Fe utilizza questo termine giustificandolo con il fatto che la donna fa sempre rifermento a “suo marito”, ndR] e i suoi figli sono orgogliosi di chiamarsi moglie e figli del “Vescovo di Patacamaya”, come è anche conosciuto il vescovo Toribio Ticona» (la traduzione è de Il Timone).

Il vescovo, in una lettera pubblicata nel sito della Conferenza Episcopale della Bolivia, ha negato queste indiscrezioni riguardo la sua «vita privata» (parole sue).

«Affermo di essere completamente estraneo ai suddetti fatti – ha aggiunto — e che sono disposto a difendere il mio onore in tutti i casi necessari». Inoltre ha avvertito che «se queste accuse persistono, non avrò alcun problema nell’iniziare un reclamo giudiziario per calunnia contro coloro che la promuovono o la propagano».

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Frammento della denuncia sotto giuramento presentata nella Nunziatura Apostolica della Bolivia. Per ragioni di riservatezza, non è presentato nella sua interezza.

Il sito Adelante la Fe, però, non ha ritrattato nulla, anzi ha “rilanciato” la notizia aggiungendo altri particolari:

«La nunziatura in Bolivia ha da diversi giorni una dettagliata denuncia sotto giuramento di due pagine in cui si dettagliano tutti i nomi dei testimoni, gli indirizzi in cui ha vissuto la coppia compreso quello della scuola dei figli. Non si tratta di pettegolezzi, ma testimoni di prima mano, inclusi i vicini. Per dare solo alcuni dettagli di questa informazione: i figli di Ticona hanno studiato nel Collegio La Salle di Oruro; per un certo periodo la “famiglia” ha abitato al numero 6 del Barrio El Progreso, strada 6 Ottobre e Santa Cruz di Oruro di proprietà dell’allora Vicario generale della diocesi di Oruro, padre Tomas Valencia Telleria. La signora R.R. (per riservatezza non si pubblica il nome) – farmacista – ha testimoniato che la “sposa” ha acquistato con frequenza in farmacia, fatturando a nome della prelatura di Corocoro, e essa stessa diceva di essere la “signora del vescovo di Patacamay”» (anche queste traduzioni sono de Il Timone).

Moltissimi fedeli cattolici da tutto il mondo, essendo rimasti scandalizzati e addolorati da questa notizia, pongono giustamente queste domande: 1) “Papa Francesco era a conoscenza della doppia vita dell’amico Ticona Porco?”. 2) “Se non lo sapeva prima, adesso però né è informato. Lo farà comunque cardinale?”.

A nostro modesto parere, la risposta è purtroppo “sì” ad entrambe le domande. E non sosteniamo ciò perché siamo maliziosi o faziosi nei confronti di papa Francesco.

Qualcuno ha detto molti anni fa: «A pensar male ci fa peccato, ma qualche volta s’indovina»[1].

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Colto sul fatto!

Ricordate infatti il caso del vescovo argentino Fernando Maria Bargallò, ordinario della diocesi di Merlo-Moreno (Buenos Aires) e presidente della Caritas per l’America Latina, “paparazzato” nel 2012 al mare in atteggiamenti intimi con l’amante, una donna sposata? Bargallò, benché colto sul fatto, in un primo momento cercò di minimizzare, ma alla fine delle indagini fatte dal Nunzio apostolico, ammise le sue colpe e si dimise da tutte le cariche.

Sapevate che Bargallò era uno dei pupilli dell’allora arcivescovo di Buenos Aires e primate argentino, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, il quale lo volle fortissimamente vescovo – nonostante le perplessità espresse dalla nunziatura apostolica – e responsabile della Caritas per l’America Latina? Sapete anche che, dopo due anni (cioè dal 2014) di “riflessione” – non di penitenza! – è responsabile di una parrocchia della città argentina di Plottier? Naturalmente papa Francesco lo sa e approva.

Del resto, al papa regnante non scandalizzano i peccati della carne, anzi.

«I peccati più leggeri sono i peccati della carne. I peccati della carne non sono necessariamente i più gravi. Perché la carne è debole. I peccati più pericolosi sono quelli dello spirito», ha detto al giornalista e filosofo francese ateo militante Dominique Wolton. «I sacerdoti hanno avuto la tentazione – non tutti, ma molti – di concentrarsi sui peccati della sessualità. Questo è quello di cui vi ho già parlato: quella che chiamo moralità sotto la cintura. I peccati più gravi sono altrove» (“Politique et Société. Pape François recontres avec Dominique Wolton”, Les éditions de l’observatoire, 6 settembre 2017, pp. 249-250. Traduzione nostra).

“Moralità sotto la cintura”? Ma papa Francesco ha mai sentito parlare di concupiscenza[2]? Dal cuore dell’uomo, infatti, vengono i peccati più gravi, tra cui quelli della carne (cfr. Mc 7, 21-23), non dalla cintura in giù.

Se questo è l’attuale custode e difensore del Depositum Fidei, stiamo freschi!

NOTE

[1] La citazione viene solitamente ed erroneamente attribuita ad Giulio Andreotti, ma appartiene a papa Pio XI, che la espresse nella forma: «A pensar male del prossimo si fa peccato, ma si indovina». Lo stesso Andreotti, nel suo libro Il potere logora…, riferisce di averla ascoltata dal Vicario di Roma, cardinal Marchetti Selvaggiani, nel 1939, durante gli studi di Giurisprudenza all’Università Lateranense.

[2] V. Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 2514-2527.

5 pensieri su “Bergoglio conosce i suoi “porci”?

  1. Volevo fare una battuta spiritosa ma lascio perdere. La cosa è troppo mortificante! È troppo scandalosa! Se questo è il papa… se questa è la chiesa …
    Ma Santo Iddio CHI SA STA ZITTO? Tutti misericordiosamente zitti?

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