La neolingua gender e i pronomi neutri

Problemi? IL PROBLEMA E’ L’IMPOSIZIONE A CAMBIARE

Breve nota di Don Andrea Lonardo (*)

In realtà non dappertutto, perché l’estremo oriente, i paesi arabi, l’Africa, i paesi ortodossi hanno problemi più seri a cui pensare.

Ma in qualche nazione occidentale – sempre il colonialismo occidentale! – si legge di tentativi di abrogare “per legge” i pronomi maschili e femminili. “Per legge”! Una lingua decisa dalla legge. Un amico docente all’estero mi ha detto di aver ricevuto un report perché chiamava le ragazze con il pronome femminile!

Mi permetto, come altre volte, di dire la mia. Io desidero essere chiamato con il pronome maschile. E mia madre con quello femminile. Gli altri facciano come vogliono. Se c’è qualcuno che preferisce il pronome neutro ci si rivolga a lui con il pronome neutro. Ma me e mia madre chiamateci, per favore, con il pronome maschile e femminile.

Non dimenticate che c’è chi si assume l’onore e il dolore di un’operazione per cambiare sesso: per favore, non chiamatelo con un pronome neutro. Non dimenticate che c’è chi vuole essere chiamata “ministra” o “sindaca”.

Se qualcuno ritiene che sia una cosa seria cambiare la lingua italiana con un dispositivo legislativo e se costui ritiene parimenti che questo non sia uno sconfessare tutti gli attacchi alla censura che da secoli contraddistinguono la cultura dell’Europa, almeno lasciate ognuno libero di essere chiamato come vuole e di chiamare l’altro come vuole.

Se qualcuno ritiene di dover correggere millenni di letteratura e di utilizzare solo Shakespeare purgato dalla neolingua o Voltaire o Bakunin o Socrate e Gorgia o Freud purgati, lasci a me il diritto di leggere ogni autore in lingua originale, con i pronomi maschili e femminili. Lasci a me il diritto di insegnare Saffo e Wilde a scuola con le parole che essi hanno utilizzato.

Io continuerò ad usare il pronome femminile per mia madre e lei continuerà a chiamarmi con il pronome maschile. Se qualcuno preferisce, invece, che sua madre lo chiami con un pronome neutro o preferisce chiamare la propria madre con tale pronome, lo faccia pure, per quel che mi riguarda. Non potrà essere una legge ad impedirglielo.

Esistono da sempre le licenze poetiche. Esistono modalità di scrittura e di espressione assolutamente diverse da persona a persona. Ci sono autori che hanno eliminato la punteggiatura. Altri che hanno eliminato le maiuscole. Se qualcuno gradisce essere chiamato con il neutro, me lo chieda e io lo farò.

Ma, per favore, lasciateci liberi. Tutti liberi. Liberi di esprimerci, liberi di parlare, liberi di scrivere.

(*) Andrea Lonardo (1960) appartiene al clero di Roma. Dopo essersi laureato in Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Sacra Scrittura al Biblico di Roma e all’École Biblique di Gerusalemme. Insegna presso l’Istituto di scienze religiose “Ecclesia Mater” di Roma ed è direttore del Servizio per la Cultura e l’Università della Diocesi di Roma, dopo essere stato per 11 anni direttore dell’Ufficio catechistico e del Servizio per il catecumenato.

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