Stiamo scherzando?

Stiamo scherzando?
San Tommaso d’Aquino, Il più grande teologo di tutti i tempi, all’inizio delle lezioni mostrava ai suoi allievi una mela dicendo: «Questa è una mela. Chi non è d’accordo, può andar via». Il Doctor Communis voleva far capire che non è il pensiero a determinare l’essere, ma è l’essere che determina il pensiero. La superbia infatti fa ritenere che il nostro pensare sia il fondamento dell’essere, mentre invece l’umiltà ci porta ad osservare e argomentare l’essere delle cose, soprattutto in quelle divine.
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«Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto» (1Cor 15, 1-3).
Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, catto-progressista di primo piano, nonché collaboratore di papa Francesco, ha tenuto, lo scorso 3 maggio, una conferenza sull’esortazione Amoris laetitia, in cui non è riuscito a trattenere la propria soddisfazione per la “vittoria” ottenuta con la pubblicazione di questo documento.
Durante l’omelia del mattino del 28 aprile del mese corrente, papa Francesco, commentando il brano degli Atti degli Apostoli sul cosiddetto “Concilio di Gerusalemme”, ha di nuovo “tuonato” contro tutti coloro che “resistono” alle “novità” dello Spirito Santo. Si può dire che il pontificato del papa regnante, a differenza di quelli dei suoi predecessori, non sia “cristocentrico”, ma “spiritocentrico”.
Tutti i cattolici sanno che la Chiesa è guidata, vivificata, dalla Terza Persona della SS. Trinità, ma Ella non agisce di propria iniziativa: non aggiunge, né toglie nulla dalla Divina Rivelazione, conclusasi con la morte dell’ultimo degli Apostoli.