Le odierne spelonche di ladri

«Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti”? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!» (Mt 21,13; Mc 11,17; Lc 19,46).

«Portate via queste cose e non fate della Casa del Padre mio un luogo di mercato!» (Gv 2, 16).

Siamo alla frutta, no, pardon: all’aperitivo prima e dopo la messa!

Naturalmente il piccolo ras dittatore ha già messo le mani davanti contro chi, come noi, non poteva tacere sullo scandalo, e così don Fabrizio Fiorentino ha voluto puntualizzare: “A chi si è confuso chiariamo che l’aperimessa è stata chiamata così per questioni di ‘simpatia’. Immaginavo che questa iniziativa non sarebbe passata inosservata. Non passiamo durante la messa con lo spumante e le tartine. Invece celebriamo la funzione in modo più che dignitoso, e poi lo stesso luogo eucaristico di condivisione, diventa luogo di festa. A chi non sta bene diciamo ‘arrivederci e grazie’, il cancello è aperto”.

Eh sì, con questa spiegazione ora stiamo tutti più tranquilli, la confusione si è diradata e grazie a queste parole, splende il sole, anche perché non avremo altra scelta, l’invito ad andarsene è categorico, altro che dialogo: “se non accetti la mia imposizione, la mia nuova aperimessa, te ne puoi andare!”

La Messa del Sacrificio perfetto di Cristo è diventata così “la messa simpatia”. Qualcosa ci sfugge, perché nel famoso “memoriale” della notte in cui Cristo fu tradito, non solo ci sembra molto diverso, ma sottolinea i momenti più drammatici di Gesù Cristo che nulla hanno a che vedere con “la simpatia”. La Messa non è una questione di simpatia o antipatia. Le feste si fanno negli oratori parrocchiali — sono stati inventati apposta –, nel Tempio santo si prega e si adora Dio. Altrimenti, da «casa di preghiera», ne viene fatta «una spelonca di ladri» e un «luogo di mercato».

Il piccolo ras dittatore, don Fabrizio specifica che non si tratta della messa, ma prima e dopo la messa celebrata “in modo più che dignitoso”; e ce lo vediamo sì, Gesù, mandare un biglietto a questo sacerdote incosciente con su scritto:

«La Vittima di quell’altare ti ringrazia per quel “modo più che dignitoso” con il quale celebri il suo memoriale. Una fatica, per il più che dignitoso, che deve esserti costato molto! Un grazie dunque per le briciole che mi dai e per lo sforzo. Ma per festeggiare prima e dopo il “mio sacrificio” (poiché non è affatto il tuo visto che ti diverti tanto nel celebrarlo), non ti conviene attendere la tua di morte e l’eventuale tua, forse, resurrezione? Ti ricordo anche che “prima e dopo la messa”, Io non ho festeggiato une bel nulla, Io mi sono semmai preparato al sacrificio prima della messa. Io ho sofferto, prima della mia Messa, nel Getsemani ho sudato sangue per te, mentre tu ora te la spassi, a mie spese, con un aperitivo. Dopo la messa ci sarebbe semmai il ringraziamento, non il festeggiamento, c’è l’andare in missione con la gioia della Pasqua, la mia risurrezione, ma che dovresti pagare con la tua offerta e il tuo martirio. Intendiamoci, a Me non dispiace la gioia, ma non sopporto la perversione, e la tua non è la gioia che ho insegnato nel mio vangelo, la tua è vera prostituzione. Infine sei un ladro, caro don Fabrizio, perché stai rubando la Mia Messa per vivere con la tua messa, la tua Babele. Perciò, semmai, se tu non sei d’accordo con la Mia Messa, e con il prima e il dopo, puoi andartene, tu, dalla Mia Chiesa che non è tua. Per ora ti benedico, perché sei sempre un mio sacerdote, ma stai attento perché, su questa strada, finirai per maledire te stesso».

Quei preti che fanno della Casa di Dio una spelonca di ladri e un luogo di mercato, stiano attenti: quando il Signore riprenderà in mano la sferza, avranno poco da festeggiare.

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